Sostenibilità


Natura e tecnologia per il benessere dei cittadini e la resilienza climatica

"Le società aperte hanno bisogno di spazi aperti": Al Urubah Park, via ai lavori


NasAl Urubah è il primo parco digitally-driven all'interno del programma Green Riyadh, in cui LAND ha implementato la sua esperienza come fautore di sviluppo sostenibile in conformità con la Saudi Vision 2030.

La rivoluzione sostenibile dell'Arabia Saudita fa un grande passo avanti. Sono iniziati i lavori ad Al Urubah Park: un parco di 75 ettari situato all'interno della griglia urbana nel centrale East side di Riyadh, progetto di LAND per la Commissione Reale per la Città di Riyadh. Questa innovativa infrastruttura verde-blu rappresenta un cambio di paradigma nella pianificazione urbana in condizioni estreme, favorendo il benessere dei cittadini e la resilienza climatica nella capitale del regno saudita.

Il Regno dell'Arabia Saudita sta inaugurando un approccio trasformativo allo sviluppo urbano, guidato dagli obiettivi ambiziosi delineati nella Saudi Vision 2030. Con un focus sull'efficienza governativa, la crescita economica e il benessere dei cittadini, la Commissione Reale per la Città di Riyadh ha lanciato il Programma Green Riyadh per creare spazi urbani vivaci e sostenibili per residenti e visitatori...


Testo e immagini cortesemente forniti da LAND

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Ospitalità, Sostenibilità, Design, Territorio, Cultura

Innit Lombok, design indonesiano in una natura meravigliosa


Nascosto nella pittoresca East Lombok, all'interno dell'appartata baia di Ekas, Innit Lombok è un rifugio per i viaggiatori che cercano una fuga coinvolgente e rigenerante. 

Circondato dalla bellezza della natura, Innit Lombok induce gli ospiti a trovare un senso di relax unico. Il resort offre accesso diretto a spiagge incontaminate. Le onde serene abbracciano la riva, mentre i tramonti spettacolari illuminano il cielo con un caleidoscopio di sfumature vibranti.

Architettura e interior design di Innit Lombok sono sapientemente curati da tre acclamati talenti indonesiani: Andra Matin, meglio conosciuta come Aang, insieme al duo visionario di Gregorius Yolodi, noto anche come Supie, e Maria Rosantina di d-associates. Insieme, danno vita a un'interpretazione moderna delle tradizionali case in stile lumbung di Lombok. 

Abbracciando l'essenza della vita all'aria aperta, gli spazi sono caratterizzati da mobili sapientemente realizzati da acclamati designer indonesiani, un uso abbondante di materiali naturali e un collegamento perfetto con i villaggi intorno a Ekas Buana, dove sorge il resort.


Foto Innit Lombok



Ospitalità, Territorio, Storia, Cultura

Il progetto di Masseria AuraTerrae

La rinascita di una tipica dimora agricola, nel segno dell’autenticità e della valorizzazione della sua straordinaria storia.


Bepi Povia, Interior Designer e Paesaggista in stretta collaborazione con la proprietà ed insieme all’Arch. Giuseppe Domenico Sabatelli e all'Arch. Lucia Intini, ha condotto il progetto di recupero della Masseria AuraTerrae, nelle varie fasi realizzative; un intervento accurato, condotto nel pieno rispetto della struttura originaria, che ha riportato la masseria agli antichi splendori, conferendole il nuovo status di dimora di eccellenza.


“La masseria AuraTerrae è la costruzione al servizio del paesaggio” racconta Bepi Povia “è una realtà autentica, poggiata su un promontorio che domina la costa pugliese che va da Mola di Bari sino a Monopoli e dove ogni intervento estetico ha dovuto tener conto delle peculiarità storiche e funzionali di una vera masseria agricola”.

L’aspetto peculiare di questa masseria è che già dal portale di ingresso ci si sente in un borgo agricolo fatto di strade e vicoli, con più corpi di fabbrica posti a breve distanza tra loro, segno che già nel passato nel luogo aveva vissuto una comunità agricola. Asi è così voluto dar vita ad un luogo vocato allo spirito ed al benessere dell’ospite, come già nel passato lo è stato per il viandante, data la consistente presenza dei monaci contadini che in epoca remota in masseria coltivavano essenze officinali per la salute.

Ogni parte della Masseria è un recupero attento di ciò che già esisteva, compresi gli orti nelle antiche mura, la chiesa, le zone di accoglienza e il refettorio. Gli elementi storici più antichi rinvenuti sono stati preservati, anche laddove risultano poco funzionali, ma esprimono grande valore storico. Alcuni elementi oggi non sono più ritrovabili. A fronte delle tante epigrafi  ritrovate sulla masseria e ripulite in modo che ogni viaggiatore potesse leggerle e interpretarle secondo la propria sensibilità, tante altre sono andate perse. Ma si è capito come funzionava il sistema agricolo della masseria perché le aree hanno connotazione ancora molto identitarie: come le mangiatoie che si possono identificare grazie alla presenza di due pietre con l’anello dove venivano legati gli animali; l’altezza delle mangiatoie identifica la tipologia animale che vi soggiornava; o l’opificio, luogo dove si costruiva qualcosa, che nella storia più recente ha cambiato uso divenendo luogo di molitura delle olive ma una volta era adibito ad altro; l’opificio, oggi ristorante, si presume fosse l’area di refettorio perché l’unico ambiente navato dove effettivamente i monaci si potevano riunire per la preghiera collettiva o la mensa; o  la chiesa che apparentemente è recente come suggerisce la forma barocca della finestrella, ma dentro in realtà ha delle connotazioni risalenti al 1500/1600, quali, ad esempio, gli ossari. 

Tutti gli ambienti della masseria venivano convertiti e riconvertiti tutte le volte e nelle occasioni in cui era necessario; ad esempio per ospitare più animali, una ricchezza per la masseria o dar spazio al frantoio, come testimonia la grande macina in pietra recuperata nello spazio attiguo al refettorio. 

La struttura nasceva come torre fortificata nel 1400, 1500: a suo tempo, la costa pugliese pullulava di torri di avvistamento perché le popolazioni potessero difendersi dalle incursioni di turchi e macedoni. A fronte degli attacchi, la masseria era il punto più sicuro dove scappare e trovare protezione. L’intervento maggiore realizzato è stato quello di rifortificare la masseria ridarle ancora una volta l’identità di masseria “intra moenia”. In caso di incursioni,  infatti, doveva avvenire tutto dentro le mura per potersi difendere in modo efficace. La corte dei limoni, ad esempio, ospitava orti interni per coltivare e produrre ortaggi e legumi a fini della sussistenza dei presenti; così come i pozzi servivano per assicurare i rifornimenti d’acqua.

Nel restauro sono stati attentamente utilizzati solo materiali locali, esenti da contaminanti chimici, nei canoni della bioarchitettura. Ad esempio le “chianche”, le lastre in pietra calcarea utilizzate per la pavimentazione, sono un materiale tipico locale e vengono estratte e selezionate proprio dal sottosuolo. La natura del luogo ha influenzato anche le scelte cromatiche che si basano sull’assenza di contrasti: sono stati infatti scelto per  l'impiego tutti colori terrigeni conferendo agli ambienti un’atmosfera di armonia, calma e serenità.

Gli spazi interni ed esterni sicuramente hanno ereditato quella armonia già esistente all’epoca della sua costruzione. In termini di illuminazione, si è optato per luci soffuse che richiamano il concetto del centro storico di notte; anche negli interni si è puntato a creare un’atmosfera riposante e distensiva: non si superano mai infatti i 2700  gradi kelvin, simulando la luce a incandescenza del tempo. Come comprensibile non si è voluto creare un luogo di festa ma di pace e benessere interiore.

Per garantire gli standard elevati richiesti nell’ambito di un’offerta luxury, c’è una tecnologia importante. Ma è stato adottato un approccio che tiene conto della necessità di tenere gli elementi tecnologici il più nascosti possibile: ad esempio, gli impianti di aria condizionata e di climatizzazione sono stati portati al di sotto del piano di calpestio  o, se al di sopra, sempre nascosti; non ci sono mai elementi a vista. Si è inoltre operato con un’attenzione peculiare alla sostenibilità ed alla limitazione, ad esempio, degli sprechi di risorse idriche. Ancora, non utilizzando fonti di gas ed avendo privilegiato fonti elettriche, sono state abbattute le emissioni di CO2.


La struttura

Di proprietà della famiglia Valentini, Masseria AuraTerrae si trova a Polignano a Mare, in provincia di Bari.  Poggiata su un colle che domina la costa che va da Mola di Bari sino a Monopoli, è inserita armoniosamente in un incantevole paesaggio bucolico, con vista panoramica a 180° sul mare. Autentico luogo dell’anima, è una struttura vocata al benessere più puro. Interamente recuperata, presenta spazi interni veri ed autentici ma riadattati ai più moderni criteri di comfort, nel rispetto della masseria stessa (del 1600)  e ne mantiene gli elementi storici più antichi e originali. In stile albergo diffuso, evoca un antico borgo agricolo. È circondata da oltre a 24 ettari di terreno dove vivere esperienze sensoriali e di benessere a contatto con la natura. Costruita in pietra calcarea del luogo ed altri materiali locali eco-compatibili, vede l’adozione di molteplici misure volte a ridurre l’impatto ambientale e gli sprechi di risorse e si può definire una struttura a “emissioni zero”. Presenta 22 camere - ognuna diversa e unica –con letto matrimoniale, di cui 6 con bagno turco, 3 con camino e 4 con vasca idromassaggio esterna. Dotata di 2 scenografiche piscine a sfioro immerse nel verde, offre molteplici esperienze in masseria e sul territorio.


Foto Beatrice Pilotto


Ospitalità, Territorio, Cultura

Otro Oaxaca: per i viaggiatori, non per i turisti

Interior design Carlos Couturier


Inaugurato ad agosto, Otro Hotel immerge i viaggiatori all'interno della città di Oaxaca (Messico) attraverso un'altra lente, innegabilmente e autenticamente locale. Situato di fronte alla Chiesa di San Domenico di Guzmán e alla sua piazza pedonale, l'hotel dalla strada sembrerebbe senza troppe pretese. Ma dietro la sua facciata storica si trova un complesso contemporaneo che estende la vitalità della piazza pubblica attraverso una serie di pittoreschi cortili, una vivace terrazza sul tetto e spazi culturali. Queste aree incoraggiano momenti di relax e socializzazzione tra visitatori e gente del posto, mentre le camere e una SPA sotterranea offrono ritiri sereni. Tutto ciò che attiene l'hotel è al 100% locale: il team, i materiali, l'intera produzione. È pensato per essere un luogo che i viaggiatori e la gente del posto possano vivere e apprezzare allo stesso modo.


Scalinate fluttuanti e giochi di ombre tremolanti definiscono gli spazi all'aperto, mentre gli interni, progettati da Carlos Couturier, mettono in mostra l'artigianato della regione. Tutto, dai mobili alla biancheria, è stato appositamente progettato e realizzato a mano da artigiani locali per Otro Oaxaca utilizzando materiali di provenienza regionale, creando un ambiente funzionale ma sofisticato.

La vivacità che si trova negli spazi comuni è giustapposta nelle 16 sistemazioni per gli ospiti, dove un senso di serenità e relax si instaura attraverso l'elegante semplicità. Tavoli in legno realizzati da falegnami locali appaiono accanto a morbide trapunte, tende in pelle e elementi in argilla fatti a mano negli atelier di Oaxaca. Offrendo l'opportunità di vivere completamente lo stile di Oaxaca vi sono una serie di suite a più piani, raggiungibili privatamente tramite un tranquillo cortile, con le proprie piscine e terrazze.


Per un senso di relax e intimità ancora più profondo, la SPA Otro Mundo, una delle poche in città, invita gli ospiti a scendere in "un altro mondo". Scendendo i gradini a pioli, il sole del patio luminoso svanisce lentamente per rivelare un'oscurità rilassante. Qui trova posto una piscina sotterranea unica che ricorda un “cenote”, accompagnata da un bagno turco, una cascata di ghiaccio e due cabine private per i trattamenti, il tutto ispirato all'antica saggezza locale.

Altri spazi accessibili al pubblico, tra cui la terrazza sul tetto, il ristorante al piano terra e uno spazio di ritrovo chiamato The Búnker, uniscono gente del posto e viaggiatori con esperienze gastronomiche e scambi culturali. 

Data la notorietà della cucina di Oaxaca, il menu dello chef Saúl Carranza al ristorante sorprende sicuramente i commensali nel miglior modo possibile. Con meno attenzione alla tradizione e maggiore enfasi su sapore, freschezza e consistenze inaspettate, i suoi piatti, tutti creati con ingredienti locali, possono essere gustati nel patio al piano terra e sul grande tavolo comune sul tetto, dove Saúl e la sua squadra cucinano su una griglia in vista all'aperto. Il Búnker, adiacente al patio principale dell'hotel, offre l'ambiente perfetto per co-working e incontri e ospita anche proiezioni, spettacoli e altri incontri sociali, rafforzando i legami di Otro Oaxaca con la comunità locale.


Testo e immagini sono cortesia di Grupo Habita

Foto © Sergio López


Sostenibilità e Green,

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Ospitalità, Trend, Lusso, Tende

AlUla Banyan Tree, sostenibilità nel deserto arabo

progetto AW²


Il resort dista 15 km dal primo sito Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO del Regno, Hegra, e il suo design, opera di AW², integra e risponde alle ambizioni dell'Arabia Saudita per il futuro di AlUla e all'esclusiva ambientazione desertica del resort tra formazioni rocciose e antichi siti storici. Il progetto dà la priorità alla conservazione della bellezza naturale e del ricco patrimonio del sito, rispondendo al contempo agli obiettivi turistici, culturali ed economici a lungo termine della nazione araba per la regione.


Un tocco leggero con strutture sostenibili simili a tende proteggono il deserto di AlUla. Il resort dispone di 47 nuove suite tendate con dimensioni variabili da una a tre camere da letto. Le aree comuni includono due ristoranti gourmet e una spa di lusso. La caratteristica piscina si trova in una fessura naturale tra le rocce, che ricorda gli Uadi* che appaiono ai piedi delle scogliere durante i periodi di pioggia.

*( ndr - canalone in cui scorre un corso d'acqua a carattere non perenne)


AW² ha adottato per il design un approccio rispettoso dell'ambiente e leggero che mira a fondere il resort con lo scenario naturale della valle di Ashar. Ogni suite è composta da una semplice pedana e da una solida struttura che evoca le rocce vicine. Sono state utilizzate varie tele color sabbia per creare una ventilazione naturale tra il tetto e la tenda, oltre che per fornire protezione dal sole. Questo design su tre livelli crea linee morbide nel tetto che fondono l'architettura con il paesaggio esistente.

Varie tele color sabbia e intonaci in terracotta sono stati scelti con cura per fondersi con l'ambiente circostante, l'architettura è progettata come un paesaggio. Le facciate della spa sono state realizzate utilizzando sabbia compatta, la variazione delle linee orizzontali di sabbia colorata si abbina alle formazioni rocciose sullo sfondo.


Come in tutti i progetti AW², il team si è concentrato sull'esperienza dell'ospite. Un fattore chiave che andava affrontato era l'ampia scala del sito e il design è stato attentamente studiato per garantire che gli ospiti non si sentissero sopraffatti, pur continuando a godere di panorami spettacolari. Privacy e riparo, quindi, vanno di pari passo nel resort, creando un ambiente intimo in cui i panorami sono incorniciati individualmente.


Interni su misura in cui temi nomadi nabatei vengono combinati con lusso internazionale; il design degli interni è un'interpretazione moderna dello stile di vita beduino. In tutto il resort, gli spazi sono progettati con motivi ispirati alle tribù arabe nomadi nabatee e motivi tradizionali, evocando il ricco patrimonio culturale di Ashar. I colori del deserto si riflettono nella tavolozza cromatica utilizzata in tutto il design.


AW² ha utilizzato l'approccio adottato per l'architettura anche per il design degli interni. Gli spazi sono progettati per creare un'atmosfera indoor-outdoor, per aiutare gli ospiti a sentirsi in stretto contatto con la natura. Le terrazze iniziano e si estendono dagli spazi interni con la copertura della tenda di tela al di sopra.

Il design dei mobili su misura esprime un senso di cultura nomade e motivi ispirati ai nabatei e linee tradizionali sono utilizzate ovunque, evocando il ricco patrimonio culturale di Ashar. Gli spazi riflettono uno stile moderno ed elegante in tutto il resort combinando una ricca esperienza locale con i più alti standard internazionali di lusso nel design dell'ospitalità


Sostenere la natura riducendo al minimo l'impronta del resort, così per enfatizzare l'approccio delicato nello sviluppo del vasto sito, i percorsi e le passerelle sono stati progettati come sentieri nella sabbia. Gli ospiti viaggiano attraverso un paesaggio di dune di sabbia facilitando il loro avvicinamento alla natura. In questo modo, l'impatto della struttura è ridotto al minimo e l'habitat naturale del sito viene preservato. L'uso di risorse locali, artigianato e minerali riduce ulteriormente l'impronta di carbonio del progetto.

Le piante locali sono state implementate per tutto il resort, una scelta di design sostenibile incentrata sulle specie endemiche originarie del clima desertico. Gli architetti hanno utilizzato tecniche di raccolta dell'acqua per condurre quella piovana verso giardini con micro bacini per sostenere la vita vegetale del sito. I giardini forniscono anche protezione dalle inondazioni durante i mesi di forti precipitazioni quando nella regione possono verificarsi improvvise e rapide inondazioni.


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Le caratteristiche degli hotel sostenibili


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Architettura sostenibile


Hospitality, Green, Sostenibilità

Ancora oggi - aprile 2023 - si legge sui diversi siti, media e social: NUOVI(?) MODERNI(?) Concetti e Concept basati su Green e Sostenibilità per l'Hospitality.


Ma come tutti i progettisti e i professionisti esperti sanno e insegnano

a) dal 2010 esiste la Certificazione LEED®, un programma di certificazione volontario che può essere applicato a qualsiasi tipo di edificio (sia commerciale che residenziale) e concerne tutto il ciclo di vita dell’edificio stesso, dalla progettazione alla costruzione. LEED promuove un approccio orientato alla sostenibilità, riconoscendo le prestazioni degli edifici in settori chiave, quali il risparmio energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA' ECOLOGICA DEGLI INTERNI, I MATERIALI E LE RISORSE IMPIEGATI, il progetto e la scelta del sito.


b) DAL 2014, per analizzare come progettare un edificio che non solo sia sostenibile per l’ambiente ma che abbia dei risvolti positivi sul benessere delle persone che ci vivono all’interno, è stata realizzata la Certificazione WELL (Well Building Standard™) che, come suggerisce la stessa parola, mira a definire le condizioni per “star bene” in un edificio. Grazie all’esperienza derivante dalla definizione dello standard che sta alla base della certificazione LEED, IWBI (International Well Building Institute™) ha definito anche lo standard che sta alla base della Certificazione Well. Sono emerse 10 aree su cui intervenire per migliorare il benessere degli occupanti un edificio. Le aree riguardano tutto ciò che ha a che fare con l’ARIA RESPIRATA NEGLI AMBIENTI, L'ACQUA, IL CIBO, LA LUCE, IL MOVIMENTO FISICO, IL COMFORT, LA PSICHE.


Si pensi poi che NEL 2020 Bill Bensley, noto architetto e designer che nella sua carriera ha progettato oltre 200 hotel, sul suo sito internet ha postato un sintetico libretto sulla sostenibilità, il White Paper "SENSIBLE SUSTAINABILITY SOLUTIONS", scritto sulla base delle esperienze professionali degli ULTIMI 30 ANNI... Il White Pater in versione .pdf è scaricabile gratuitamente e vuol essere un invito all'agire secondo criteri “sostenibili”...

“If we design a hotel for everyone, it will appeal to no one.”

(“Se progettiamo un hotel per tutti, non piacerà a nessuno.”)

Bill Bensley

https://www.bensley.com/media/sensible-sustainable-solutions/


Wellness Design settembre 2022 Speciale Hospitality e Sostenibilità

Wellness Design Settembre 2022, Speciale Ospitalità e Sostenibilità 


Sostenibilità oggi, Architettura eco-sostenibile, I requisiti di una struttura sostenibile, I manager dell'ospitalità e la responsabilità ecoambientale, Turismo sostenibile, Sostenibilità: cosa e come comunicarla, Neuroarchitettura, Il design biofilico, Illuminazione naturale e benessere...


DNA Barcelona Architects, El Nido, grandi progetti sostenibili per l'ospitalità,

Alila Maldive, certificazione earthcheck, 

Kengo Kuma, 1 Hotel Paris, 

Snøhetta, Svart Hotel, architettura e ecoturimo, 

Giancarlo Marzorati, Energy Spring Park Monza,

Elsa Sanfilippo, Aquasuite, 

Gaia Colombi, psicologia dell'olfatto...


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Immagini DNA Barcelona Architects


Ospitalità e sostenibilità - Costruzioni in bambù un trend


Playa Viva in Messico, un resort dalla progettazione bioclimatica e indipendente dalla rete elettrica

progetto Atelier Nomadic


Lo studio di architettura dei Nomadic Resorts ha progettato  le tree house in bambù di Playa Viva, in Messico, un resort attento all'ambiente caratterizzato dai massimi criteri di sostenibilità e da pratiche rigenerative. L'impatto positivo è parte integrante dell'esperienza Playa Viva, che vive interamente al di fuori della rete elettrica e genera il 100% dell'energia che utilizza attraverso sistemi solari.

Il resort lavora molto con la comunità locale per sostenerne la salute e l'istruzione e collabora tutto l'anno per ripristinare e rivitalizzare il terreno circostante. Il resort è il membro fondatore dell'organizzazione Regenerative Travel e ha fondato e sostiene il santuario delle tartarughe "La Tortuga Viva”.


L'ultimo sviluppo del resort comprende 6 case sugli alberi in bambù ispirate ai corpi sottili e prismatici dei Mobula Rays che migrano oltre la riva della proprietà. Sparse lungo la costa messicana, le tree house sono arroccate su palme da cocco che si affacciano sulla riva. Ognuna di esse è composta da una camera da letto principale nella parte anteriore e da una dependance sull'albero posteriore che prevede il bagno al piano inferiore e una seconda camera da letto/salotto al piano di sopra.


Le installazioni sono sviluppate secondo principi di progettazione bioclimatica per adattarsi all'ambiente naturale: le grandi grondaie del tetto fungono da ampio ombrellone, fornendo ombra dal forte calore del sole e protezione dalle forti piogge. Le lamelle della facciata consentono una ventilazione trasversale naturale.


Le strutture sono per lo più costruite con bambù locale, uno dei materiali da costruzione rinnovabili in più rapida crescita al mondo, e mostrano l'ampia varietà in cui questo materiale versatile può essere utilizzato. Per la struttura principale e la struttura del tetto sono stati utilizzati robusti pali di bambù Guadua, nelle lamelle della facciata sono state utilizzate sezioni a strisce e pannelli di bambù piatti formano il soffitto. Per i pannelli delle pareti e delle facciate dell'edificio annesso sono stati utilizzati pali e tasselli di bambù Phyllostachys Aurea. La pavimentazione è realizzata in legno locale Cumaru coltivato con criteri sostenibili.


Il design olistico aveva lo scopo di allinearsi al desiderio dei viaggiatori post-COVID di soggiornare in alloggi eccitanti e salutari, immersi nell'ambiente naturale. Dopo mesi di isolamento e lockdown, gli ospiti possono immergersi e riconnettersi con l'ambiente naturale: ascoltare il suono delle onde, fare il bagno con i caldi toni del tramonto, sentire la brezza che ondeggia tra le foglie di palma e assaporare il sale nell'aria, senza coperture artificiali, mentre si sdraiano sull'amaca sospesa sulla spiaggia, a fissare le stelle.


Disegni Atelier Nomadic

Foto Kevin Steele


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